VALERIA SORAGNI
Opera 1^ classificata
Come me
Sei come me.
Un passo prima della felicità,
un passo prima della pace
uno prima del pianto
uno dopo l’amore.
Come me.
Quando lasci la notte
e t’allontani piano
tra nembi di sogni
e illusioni segrete.
Come me.
T’abbandoni al silenzio
che s’insinua in ogni piega
impregnando minuti e pareti
gocciolando lento, molle
fino alla soglia del mattino.
Sei come me.
Un pò prima del pentimento
un pò dopo la vergogna,
quando zitto ti torturi
fingendo.
FIORELLA CARTA
Opera 2^ classificata
Tra l’estate e l’autunno
Un letto di foglie secche,
morbido, come l’abbraccio di mia nonna
E sdraiata guardo il tramonto di un’estate
e l’alba delle nostalgie
coperte dai primi maglioni
Azzurro infinito come la purezza di un bambino
Come le gocce di una pioggia
E ricordo urlare il mio nome
E correre verso una porta in legno dai profumi familiari
Accogliere il tuo sguardo pensieroso
In attesa del mio arrivo
Rimarrà il tuo profumo ad avvolgere il mio cuore
Dare forza ai miei sogni
Come una fata, come una stella
Come il calore di una fiamma
Come un treno che arriva
Come sapere che nessuna partenza
Bagnerà i miei occhi
La nostalgia ha il tuo sguardo
Il profumo dei tuoi grembiuli
E la fragranza della rosa
Adagiata sul tuo corpo
Stanco ma sereno
Come il tramonto della nostalgia
e l’alba dell’estate
EVA CUNEO
Opera 3^ classificata
Il deserto dell’anima
Anche oggi la tua mano d’acciaio
si è abbattuta su di me
e lo schianto è rimbombato
fino a scuotere la mia anima,
momentaneamente assopita.
Arrivi sempre all’improvviso,
riesci a cogliermi di sorpresa
ogni volta.
Eppure, il tuo volto mi è ben noto
lo conosco fin da bambina.
Mi sei stata fedele sempre,
lungo tutta la mia esistenza.
Tuttavia, ogni volta è una sorpresa, ma per te
non è una sorpresa
nemmeno il vederti scivolare sulle pagine bianche
che la mia mano sporca rozzamente.
Qualche volta, ti perdo di vista,
ma so che sempre tornerai da me.
È una patetica ironia della sorte
che tu,
proprio tu, mi tenga compagnia
in ogni circostanza della mia vita.
Vorrei quasi abbracciarti e darti un bacio
perché tu sola sai trovarti sempre al mio fianco.
Se fossi un’amica
saresti la migliore che si possa avere,
ma sei solo
la mia Solitudine.
FRANCESCA PADULA
Opera 4^ classificata
Se potessi parlarti…
Se potessi parlarti, ti direi quanto mi manchi.
Quanto mi manca la fiamma che brilla nei tuoi occhi.
Quanto mi manca il sorriso delle tue labbra,
che vorrei baciare, anche soltanto per un attimo.
Un solo istante breve e magico,
in cui le nostre anime si fonderebbero in una.
La tua voce già lotta per farsi largo nella mia mente.
Lo scorrere del tempo fa confondere i ricordi,
così che tutto sembra quasi un’illusione.
Di un amore intenso e profondo, pur non essendo mai nato.
Un sogno vissuto come fosse realtà.
La mia anima ha bisogno del tuo sguardo come dell’aria.
Spesso mi ritrovo a pensare a te e mi sento soffocare.
Il respiro viene meno perché tu non ci sei.
I miei occhi ti cercano scrutando nei ricordi.
Ma la mente si perde lontano.
Le tue parole mi arrivano così confuse,
che a fatica riesco ad afferrarle.
Il mio cuore non si rassegna ad averti perso,
anche se è consapevole di non averti mai conquistato.
So che non ti rivedrò più.
Troppe cose separano le nostre vite.
Tu sei “mi alma, mi amor, mi corazon”.
A volte immagino di averti di fronte a me.
Chiudo gli occhi e provo ad accarezzarti i capelli, a sfiorare le tue labbra.
Sento la tua mano che scorre sul mio viso.
L’emozione è tale che rimango senza fiato.
La tristezza è lacerante ed i frammenti del mio cuore si perdono lontano.
EVIAN SALATI
Opera 5^ classificata
Madre
Come il primo sole della primavera
per un fiore appena sbocciato
come il bastone del contadino
che raddrizza le viti ribelli,
con dolcezza,
con fermezza,
come l’unica acqua
che sgorga d’amore
per una pianta divenuta arida,
come la neve che raffredda
gli spiriti troppo bollenti
sotto un candido
manto d’affetto,
come il vento
per una foglia che fluttua
l’unico sostegno
finché non tocca terra,
come un trampolino di lancio
al quale rimarrò abbracciato
per tutto il volo.
ERIKA NIERO
Opera 6^ ex aequo
Ti amai nel silenzio di quelli notti bianche.
Nell’odore di cenere di quei soffitti immateriali.
E nell’opaco di un bicchiere consumato dalla sete
si intrecciano in percorsi invisibili
le immagini di te
corrono come fremiti sulla mia schiena madida di ricordi
riposano nei miei silenzi
e le tue mani ed i tuoi echi, eroi delle mie notti,
ora approdano.
Al mio risveglio.
Il mio sogno più profondo.
Alla ricerca forsennata di sorgenti di fiato,
di colline solitarie nascoste nel bianco di un sorriso
velate da palpebre socchiuse.
È in tutto questo bianco e nero
che le mie parole disegnano
il tuo profilo.
Se le potessi vedere…!
Una lacrima di sangue
sgorga dalle loro labbra morse
ed il miele delle tue mani
è la mia unica consolazione.
All’angoscia che scivola su un profilo di vetro.
ORAZIO TOGNOZZI
Opera 6^ classificata ex aequo
Non temere l’onda
Perché increspi la fronte
e muovi i neri capelli
mentre la bocca amorosa
si nega al sorriso?
Quale cupo pensiero
separa il tuo cuore dalla gioia?
Non temere l’onda
scegli il porto
sbroglia le vele
segui le tue rotte.
E se nel mezzo dell’uragano
un fuoco bugiardo
ti attirerà sugli scogli
non ascoltare l’invito
dei gorghi che portano al fondo.
Restaura il fasciame e i pennoni
sconvolti dalla tempesta
raduna le sartie e le vele
arma il vascello
e riprendi
a solcare il mare.
CLAUDIO SALVATI
Opera 6° class. ex-aequo
p=. Il tempo
Senza parlare
t’ascolto.
Muto.
Le tue braccia
ruotano
in una lenta corsa.
Senza fine.
Non voglio fermarti,
anzi.
Scorri.
Sempre.
Svelto.
Poi invecchierò
ed il tuo scorrere – sempre, svelto – farà germogliare la paura.
Sarà allora che ti chiederò – ti implorerò – di rallentare.
CARMELA MARTINO
Opera 9° class. ex-aequo
Nero Africa
Un bambino è più vecchio
di un vecchio
se la vita riesce
a fargli abbassare
le palpebre,
chinare la testa,
spalmare il suo corpo
sulle braccia
che lo sollevano.
Al figlio
Ti conoscevo da sempre:
saresti stato il miracolo,
la magia
che avrebbe cambiato
la mia vita.
Ti ho portato dentro di me,
nei miei pensieri,
nei miei desideri,
nell’angoscia
di non vederti mai.
È passato il tempo,
ti ho accarezzato,
vagheggiato,
amato,
senza averti visto mai:
sei rimasto dentro di me,
figlio,
come il più amato
dei figli.
LAURA BASSETTI
Opera 9° class. ex-aequo
Per mio padre
Vedo
quel corpo
freddo, inerme.
piango
quell’uomo
forte, generoso,
quei
mille momenti
di vita
trasmessi.
Sento
i suoi pensieri
finalmente
liberi e vibranti
fondersi nei miei.
Osservo
la mia
inutile disperazione…
Il mio
grido
senza suono
si disperde,
insieme a vissuti smarriti
e a parole
d’amore e perdono
mai dette!